top of page

Il Capitolo di Bogotà

alle monache domenicane

Care sorelle in San Domenico,

 

noi vostri fratelli riuniti a Bogotà per il Capitolo Generale dei Priori provinciali abbiamo ricordato ciò che è accaduto 800 anni fa, quando voi siete nate, come il primo frutto delprogetto di Domenico, nostro Padre. Giordano di Sassonia ce lo descrive così: “Allo scopo di assistere alcune donne della nobiltà, che a causa della povertà i familiari erano stati costretti ad affidare agli eretici perché le educassero e le mantenessero, egli eresse un monastero tra Fanjeaux e Montreal, in un luogo chiamato Prouilhe.

 

Qui, ancora oggi, le serve di Cristo offrono un servizio gradito a Dio. Con la forza della loro santità e la nobile purezza della loro innocenza conducono una vita che produce frutti spirituali per loro stesse ed è fonte di edificazione per gli altri, gioia per gli angeli e piacere di Dio” (Libellus, n. 27).

 

Insieme a voi celebriamo con gioia la fondazione del Monastero di S. Maria di Prouilhe come la prima comunità domenicana e l’inizio di un processo che porterà alla conferma dell’Ordine dei Predicatori da parte del Papa Onorio III il 22 dicembre 1216. Fin dall’inizio voi, nostre sorelle, non solo siete state una parte essenziale dell’Ordine, ma siete veramente il cuore della Santa Predicazione e “un aiuto sempre efficace per la vita apostolica dei vostri fratelli” (cfr. Aniceto Fernandez, 22 luglio 1971, nella sua lettera di promulgazione del testo provvisorio della revisione del LCM).

 

Noi domenicani siamo uomini e donne della Parola. Ma le nostre parole saranno vuote e senza frutto se non nascono dal silenzio. Ogni domenicano è chiamato ad una silenziosa attenzione alla Parola di Dio, e per questo la vostra vocazione, nel silenzio del monastero, è per noi un costante richiamo a quel terreno fertile da dove germoglia tutta la nostra predicazione.

 

Per 800 anni non avete smesso di cercare Nostro Signore Gesù Cristo, di pensare a lui e di invocare il suo Nome nella solitudine, perché la Parola che viene dalla bocca di Dio non ritorni a lui vuota, ma porti frutto in coloro ai quali è stata inviata (Costituzione fondamentale delle monache). Con la vostra vita contemplativa, garantita dalla clausura e dal silenzio - senza abbandonare l’umanità come luogo di incontro con Dio - con il vostro lavoro e la vostra ricerca della verità nella fiducia alla fedeltà di Dio, con l’approfondimento delle Scritture compiuto con cuore ardente, con la vostra perseveranza nella preghiera e nella penitenza – così voi partecipate in una maniera peculiare alla missione comune dell’Ordine.

 

Noi frati, qui riuniti nel 287° Capitolo della storia dell’Ordine, a nome dei nostri fratelli sparsi nel mondo, vi ringraziamo di essere predicatrici per i vostri fratelli. Grazie perché ci ricordate che il Vangelo esige una risposta radicale come la vostra.

Come avremmo potuto fare senza di voi nel passato? Cosa potremo fare senza di voi nel futuro?

 

Il futuro è incerto per molti dei nostri monasteri in diverse parti del mondo dove già si stanno attraversando difficoltà o si incontreranno in seguito. Solo una stretta

collaborazione tra i monasteri di queste regioni può garantire la continuità della vita

monastica domenicana. Per il bene dell’Ordine e della sua missione vi promettiamo il

nostro appoggio per ricercare soluzioni che, anche se dolorose, possano garantire il futuro della vita monastica domenicana che certamente è più importante della mera continuità e a volte della sopravvivenza ad ogni costo di un singolo monastero.

 

L’incontro delle commissioni e i Consigli internazionali dell’Ordine – a cui ha partecipato la Commissione Internazionale delle monache – che si è tenuto a Prouilhe/Fanjeaux tra il 28 aprile e il 4 maggio 2006 sul tema “Ravvivando il fuoco della visione di San Domenico” è stato la preparazione alla celebrazione dell’800° anniversario della prima comunità domenicana. Alla fine dell’incontro è stato inviato un messaggio ai membri della Famiglia Domenicana per informarli degli accordi raggiunti e degli impegni presi da tutti i rami, comprese le monache, secondo il modo specifico della propria vocazione (cfr. IDI n. 443, giugno 2006).

 

E’ molto difficile trasmettervi la grande stima e l’affetto di tutti i partecipanti a questo incontro per voi e per la vostra vocazione, come pure il desiderio di conoscervi di più. La Gioventù Domenicana ha espresso esplicitamente il desiderio di “conoscere meglio le monache e che le monache possano aiutarli ad interrogarsi sulla loro vocazione”. Ai frati e alle suore della famiglia domenicana hanno posto questa domanda: “A noi giovani manca l’esperienza e per questo vi chiediamo di accompagnarci, quando cerchiamo la nostra strada verso il futuro. Per favore seguiteci aiutandoci nella nostra formazione domenicana”. I Laici hanno chiesto che le monache siano loro di accompagnamento nella preghiera. I frati hanno chiesto che le monache siano più visibilmente il cuore della Famiglia per la loro ospitalità e con la loro liturgia, in maniera da costituire una sana provocazione all’attivismo dei frati, e che siano più partecipi nella formazione permanente.

 

In una parola, vi chiediamo di abbracciare tutti i rami della Famiglia Domenicana col vostro sostegno orante, di condividere il frutto della vostra contemplazione e di ricordarci con insistenza che “tutti noi siamo chiamati a essere contemplativi e il rinnovamento dellavita contemplativa è una delle sfide più importanti che l’Ordine deve affrontare” (cfr. Timothy Radcliffe, Una città posta sul monte).

 

Quando il Giubileo per gli 800 anni della fondazione della prima comunità domenicana sarà concluso inizieremo una “novena d’anni” dal 2008 fino al 22 dicembre 2016, quando celebreremo l’800° anniversario della approvazione dell’Ordine. Questi nove anni vogliono essere una sorta di pellegrinaggio alle nostre origini per riscoprire il progetto originale di Domenico e rinnovarlo nella Chiesa e nel mondo di oggi, inventando insieme nuovi percorsi per andare avanti.

 

Siamo consapevoli che ciò richiede a tutti noi una conversione. I frati vi chiedono di

accompagnarli in questa novena di anni con la vostra preghiera costante, perché restiamo sempre fedeli al nostro amore iniziale (cfr. Ap 2, 4).

 

Fra Carlos, il Maestro dell’Ordine, ha chiesto che “tutti noi figli e figlie di San Domenico ci disponiamo a peregrinare con gioia per i nostri monasteri, attingiamo da essi la semplice freschezza dell’ ‘amore iniziale’ sedendoci ai piedi di Gesù per stare con lui e ascoltarlo.

 

Viviamo con intensità questo tempo di grazia, condividendo con le nostre comunità contemplative la gioia della consacrazione, la fecondità del loro silenzio, la bellezza della loro liturgia, il loro speciale amore per la Parola” (Lettera di annuncio dell’anno Giubilare, 29 aprile 2006, Prot. 50/06/465).

 

Non possiamo concludere questa lettera, care sorelle, senza riconoscere che non sempre abbiamo tenuto in considerazione il posto unico che voi occupate nell’Ordine. Spesso ci dimentichiamo che voi siete il primo frutto del nostro Padre, tanto amate da lui che una delle sue ultime preoccupazioni è stata la costruzione del monastero di Bologna: “E’ assolutamente necessario, fratelli, che si costruisca la casa per le monache, anche se ciò comporta di ritardare un po’ i lavori per la nostra casa”.

Domenico ha affidato i monasteri a noi tutti. E tutti noi siamo stati affidati alla preghiera e alla cura delle monache. Questa reciprocità sta al cuore dell’Ordine. Vi ringraziamo perché conducete, come diceva il Beato Giordano, una vita che produce frutti spirituali per voi stesse ed è fonte di edificazione per gli altri, gioia per gli angeli e piacere di Dio.

Il vostro avvenire è il nostro avvenire e ancora di più è anche l’avvenire della Santa Predicazione, la missione comune dell’Ordine.

 

Fraternamente nel nostro Padre San Domenico,

I vostri fratelli riuniti nel Capitolo Generale.

 

Bogotà, Colombia, 8 agosto 2007 – Solennità di San Domenico

bottom of page